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Polpette

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Giovedì. Ho preso ferie, per registrare con la Famiglia Fungus. Ma la registrazione salta, e mi ritrovo con un giorno di ferie inatteso. Che fare? Le polpette, direi. Pollo avanzato, mollica di pane: tutto trattato col frullatore ad immersione, che dopo poco va liberato. Come?  Ovviamente , con l'indice della mano sinistra, che spinge il frullatore contro la mano destra che ancora tiene il pulsante. E visto che  chiaramente  non ho staccato la corrente, il minipimer parte e taglia l'indice a destra e sinistra. Basta mezzo secondo per desiderare una macchina del tempo e maledirsi. Sangue ovunque, dito dolorante, paura. Discrete polpette, comunque.

Cronaca di un concerto

Paranoia pre-soundcheck: il basso scureggia e comincio a pensare alla ricerca di uno strumento di riserva; basta un cacciavite a stella e magicamente si risolve il problema. Avrò avuto i pick-up troppo alti? Panino mortadella gorgonzola granella di cipolla maionese. Da ricordare. Suono pulito: mi ero assuefatto al gain spinto della vtbass, quando ho dovuto rivedere i suoni e asciugarli ho percepito il fantasma di un bassista fusion alle mie spalle. Risentire nota-per-nota ciò che di solito esce “di pancia” é alienante, come risentire la propria voce registrata. A fine concerto, però, mi dicono che avevo un gran suono. Mi pongo domande. Ogni tanto prendo un palo clamoroso. Il primo ritornello di black si è aperto con il gruppo che suonava un fa mentre io appoggiavo un fiero e potente re che squassava tutto. Nel tempo tra il primo e il secondo ritornello ho ricercato tra i ricordi quell’accordo perduto, non senza ansia. I pezzi nuovi sembrano suonare bene, sia per chi li conosce (noi), c

Mi vesto male

 Mi vesto male, non indosso camicie. Non amo i colletti, ancora meno quelli tirati su. Ho magliette che hanno una storia, e si vede da quanto sono lise, bucate, spiegazzate. Ognuna è diversa, ogni giorno ricordo sensazioni e ne lego di nuove alle mie magliette adolescenziali.  Vi vedo, con le vostre camicie stirate, strette, come bavagli alla vostra immaginazione già perduta da anni, già seccata insieme ai vent'anni. I vostri sorrisi tirati, di circostanza, professionali.  Mi tengo le magliette lise e qualche parvenza di libertà.

The Every - domande da un futuro possibile

  La lettura più veloce di questa estate è stata per me The Every di Dave Eggers. Trattasi di romanzo distopico, ambientato in un prossimo futuro, in cui un’unica società controlla sia i  digital media  che il commercio. La protagonista si infiltra in questa società, emblematicamente chiamata  the every , per distruggerla dall’interno.  Evitando spoiler, ciò che colpisce al cuore è la descrizione di un’umanitá che viene condizionata pesantemente da piccole intrusive applicazioni e dalle loro continue notifiche, dalla ricerca costante di risultati puramente “numerici” (la continua  gamification ). Fa riflettere come ogni passo “etico” porti a una spirale di conseguenze negative. Infine, pone interrogativi sulla gestione dei dati personali e su quanto possano essere intrusivi i nostri device. La fantascienza parla sempre del presente, le distopie sono distorsioni lontane ma possibili. Leggere the every fa semplicemente venire voglia di fare un passo indietro e ripensare la nostra idea di

Il tempo e la sua percezione

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Dedico tempo a percepire il tempo; difficile capire quando e come lo sto usando, o invece lo sto perdendo. O a volte è lui che perde me.  Ieri ho provato a suonare la tromba, uno strumento che richiede dedizione, orecchio, autocontrollo, esercizio. Dedicare qualche minuto alla tromba significa in un certo senso "sprecarlo", perché sotto una certa soglia di esercizio non ti restituisce l'impegno che profondi. Però ti costringe per qualche minuto a rimanere intonato, a fuoco, emettere fiato in abbondanza e aguzzare udito. A costo di inimicarti il vicinato.  Qualche giorno fa ho sentito dire da un istruttore che per una scansione intraorale dobbiamo avere tempi compresi tra i 5 e i 6 minuti, e 10 minuti significano che abbiamo un problema. Mi viene da chiedermi come utilizzerà i 5 minuti guadagnati il simpatico istruttore dall'accento brianzolo; immagino il suo folle divertimento in quegli attimi; io a volte amo sprecare il tempo. Anche scrivere è sprecare il tempo. Ma è

Esperimenti con il pilota automatico

 Piccolo esperimento, senza pretese. Trovo un argomento relativamente interessante, chiedo a chatGPT di svilupparlo, chiacchiero un po' con il Bot e con una serie di copia/incolla realizzo un piccolo manuale. ChatGPT mi suggerisce anche il titolo e lo pseudonimo dell'autore. Midjourney crea la copertina. In qualche minuto mi iscrivo al self-publishing di amazon e il libro va online. In tutto, mezz'ora di lavoro. Stiamo a vedere.