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Visualizzazione dei post da gennaio, 2013

So long, The Mars Volta

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Qualche anno fa non pensavo che sarei arrivato ad appassionarmi ad un genere come il post-hardcore. A dire il vero, non pensavo neppure che  esistesse.  Lessi diffusamente dei Mars Volta e dei loro predecessori, gli at the drive-in, prima di accingermi titubante, ad entrare nel mondo di Omar Rodriguez-Lopez e compagni. Con  Frances The Mute   non fu amore a prima vista, ma dopo qualche ascolto pieno di dubbi per l'ipertrofia, la ridondanza e le pause elettroniche lunghissime, mi conquistò con una mistura di ingredienti conosciuti (prog, psych, forse ancora qualche barlume del succitato post-hardcore, rock settantiano, rumorismi elettronici), ma al tempo stesso amalgamati in una ricetta affascinante. Scoprii poi, andando a ritroso, il primo LP, l'ottimo  de-loused in the comatorium,  poi l'Ep  tremulant,  poi, mentre uscivano le opere successive, cercai di capire come avesse avuto origine tutto ciò da un gruppo post-hardcore (ma poi... che genere è?). I Mars Volta dopo

crowdfunding?

Bell'articolo su bastonate:  http://bastonate.wordpress.com/2013/01/22/il-listone-del-martedi-otto-cose-sul-crowdfunding/ In breve, i miei due spiccioli: è evidente il crowdfunding sembra funzionare, ma se osserviamo le cifre e il numero di progetti che nascono si nota una miriade di microprogetti, tutti da poche centinaia di euro: cifre che potrebbero tranquillamente essere anticipate dall'artista. ( Se ci credi, paga il progetto ). E' anche vero che la prevendita potrebbe permettere, se usata in modo  onesto , un tornaconto sia al fan che all'artista. Dopo tutto, perché un fan che sta finanziando la stampa del disco dovrebbe pagarlo a prezzo pieno? Ma un aspetto di cui pochi parlano e che mi sembra il più interessante, è l'utilizzo delle piattaforme di crowdfunding in modo "indiretto": far apparire un progetto su uno dei siti maggiori può anche servire ad aumentare l'esposizione del progetto stesso e come test. L'aumento dell'espos

I dischi del 2012

Siamo al classico momento dei consuntivi di fine anno (e principio) e mi rendo conto di aver ascoltato veramente poco dell'anno appena trascorso; quindi solo un paio di risaputi consigli: il nuovo godspeed e il live dei porcupine tree. Entrambi mantengono quanto promettono e sono rivolti a chi già possiede le opere precedenti e reiterano noti stilemi, ma lo fanno con forza, coniugando con sapienza forma e sostanza. Devo invece ancora comprendere il senso ultimo del secondo Genesis Revisited: bel disco, ottimi arrangiamenti e bella registrazione, ma nulla che non fosse già presente in una delle trenta diverse stampe e ristampe. Con in meno la voce di Gabriel.