Qualche anno fa non pensavo che sarei arrivato ad appassionarmi ad un genere come il post-hardcore. A dire il vero, non pensavo neppure che esistesse. Lessi diffusamente dei Mars Volta e dei loro predecessori, gli at the drive-in, prima di accingermi titubante, ad entrare nel mondo di Omar Rodriguez-Lopez e compagni. Con Frances The Mute non fu amore a prima vista, ma dopo qualche ascolto pieno di dubbi per l'ipertrofia, la ridondanza e le pause elettroniche lunghissime, mi conquistò con una mistura di ingredienti conosciuti (prog, psych, forse ancora qualche barlume del succitato post-hardcore, rock settantiano, rumorismi elettronici), ma al tempo stesso amalgamati in una ricetta affascinante. Scoprii poi, andando a ritroso, il primo LP, l'ottimo de-loused in the comatorium, poi l'Ep tremulant, poi, mentre uscivano le opere successive, cercai di capire come avesse avuto origine tutto ciò da un gruppo post-hardcore (ma poi... che genere è?). I Mars Volta dopo