Sono passate quattro settimane da una caduta assurda e banale che nel giro di una frazione di secondo mi ha sbriciolato l'omero destro (e, infatti, sto scrivendo con la sinistra). Scivolato ingloriosamente in un parcheggio, a piedi, mi sono ritrovato con il braccio penzoloni e con la sensazione che la mano che si muoveva per terra non fosse la mia. Sembrava "mano" degli Addams. E un dolore assurdo, per breve tempo, ma realmente insopportabile. Ricovero, operazione (un chiodo endomidollare che attraversa tutto l’osso), e un bel po' di riposo. Riscopro la lentezza, imparo a usare la sinistra, riascolto dischi che ho lasciato in sospeso. Trovo un bassista “temporaneo” per Fungus, per la prima volta. Il basso è arduo da suonare col braccio destro al collo, ma muovere l’altra mano sulla tastiera mi fa bene. Dopotutto, l'infortunio mi promuove da bassista a compositore. Va tutto bene, assaporo il tempo, l’affetto e riscopro anche qualche attimo di noia, che la fretta ...
La lettura più veloce di questa estate è stata per me The Every di Dave Eggers. Trattasi di romanzo distopico, ambientato in un prossimo futuro, in cui un’unica società controlla sia i digital media che il commercio. La protagonista si infiltra in questa società, emblematicamente chiamata the every , per distruggerla dall’interno. Evitando spoiler, ciò che colpisce al cuore è la descrizione di un’umanitá che viene condizionata pesantemente da piccole intrusive applicazioni e dalle loro continue notifiche, dalla ricerca costante di risultati puramente “numerici” (la continua gamification ). Fa riflettere come ogni passo “etico” porti a una spirale di conseguenze negative. Infine, pone interrogativi sulla gestione dei dati personali e su quanto possano essere intrusivi i nostri device. La fantascienza parla sempre del presente, le distopie sono distorsioni lontane ma possibili. Leggere the every fa semplicemente venire voglia di fare un passo indietro ...
Ordinato da tonefactor, negli USA, il pedale è giunto nel giro di una decina di giorni. Giusto il lunedì dopo il concerto del sabato sera, ma non può andare tutto TROPPO bene. Perché l'ho comprato? Potrei cercare mille parole, ma ne uso principalmente una: GAS. Ma anche per "alleggerire" la pedaliera, che annovera tanti pedali che sono troppo pigro per portare quando facciamo comparsate di venti minuti. L'idea sarebbe di accoppiarlo all'ormai insostituibile vtbass per avere un "dynamic duo" molto versatile, leggero e di qualità, abbinandogli di volta in volta altri pedali a seconda del tipo di set in programma. E poi, non ho un compressore, e sullo stick ne ho un disperato bisogno, perché il mio tocco è angosciante (avrei più bisogno di studio che di un compressore, ma questo è un altro discorso) Il pedale è solido, e pure pesantuccio. Sulla parte anteriore, cinque prese jack: quattro tra in / out: lavora anche i stereo, una quinta per il pedale d'...
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