titolo sul giornale di qualche giorno fa: "muore accoltellato per strada". penso che dopo tutto non sia un brutto modo di morire, una vampata improvvisa e via. poi mi ricredo... mi pare brutto, ma ogni tanto mi pongo il problema : come mi piacerebbe morire? la riposta é una e semplice, non mi piacerebbe. Certo, non spegnendomi lentamente; ma neppure avendo negli occhi l'odio e la furia di un'altra persona. Per la cronaca, ho appena ascoltato bananamour di kevin ayers, disco veramente bellino con un brano strepitoso, "decadence", e un paio di preziosi interventi di steve hillage e mike ratledge. direi 7e1/2
Un mese dopo la caduta
Sono passate quattro settimane da una caduta assurda e banale che nel giro di una frazione di secondo mi ha sbriciolato l'omero destro (e, infatti, sto scrivendo con la sinistra). Scivolato ingloriosamente in un parcheggio, a piedi, mi sono ritrovato con il braccio penzoloni e con la sensazione che la mano che si muoveva per terra non fosse la mia. Sembrava "mano" degli Addams. E un dolore assurdo, per breve tempo, ma realmente insopportabile. Ricovero, operazione (un chiodo endomidollare che attraversa tutto l’osso), e un bel po' di riposo. Riscopro la lentezza, imparo a usare la sinistra, riascolto dischi che ho lasciato in sospeso. Trovo un bassista “temporaneo” per Fungus, per la prima volta. Il basso è arduo da suonare col braccio destro al collo, ma muovere l’altra mano sulla tastiera mi fa bene. Dopotutto, l'infortunio mi promuove da bassista a compositore. Va tutto bene, assaporo il tempo, l’affetto e riscopro anche qualche attimo di noia, che la fretta ...
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