Sono passate quattro settimane da una caduta assurda e banale che nel giro di una frazione di secondo mi ha sbriciolato l'omero destro (e, infatti, sto scrivendo con la sinistra). Scivolato ingloriosamente in un parcheggio, a piedi, mi sono ritrovato con il braccio penzoloni e con la sensazione che la mano che si muoveva per terra non fosse la mia. Sembrava "mano" degli Addams. E un dolore assurdo, per breve tempo, ma realmente insopportabile. Ricovero, operazione (un chiodo endomidollare che attraversa tutto l’osso), e un bel po' di riposo. Riscopro la lentezza, imparo a usare la sinistra, riascolto dischi che ho lasciato in sospeso. Trovo un bassista “temporaneo” per Fungus, per la prima volta. Il basso è arduo da suonare col braccio destro al collo, ma muovere l’altra mano sulla tastiera mi fa bene. Dopotutto, l'infortunio mi promuove da bassista a compositore. Va tutto bene, assaporo il tempo, l’affetto e riscopro anche qualche attimo di noia, che la fretta ...
questo link sta facendo parlare non poco; in pratica (ma basterebbe seguire il link), trattasi di una lista generalista che dovrebbe comprendere i cento dischi italiani più belli della storia. E' già difficile pensare che possa andare "a fuoco" un'operazione del genere, in cui l'unico denominatore comune è la nazionalità, che sembra quasi il pretesto per gettare in un calderone Caparezza, De Andrè, Sangue Misto, Negramaro, Gaznevada, PFM, Verdena... Non conosco tanti di questi dischi, e penso che ogni classifica sia di per sè rischiosa, fasulla, dettata dalle mode del momento (quanto durerà Wow dei Verdena nel continuum dell'arte italica? Per ora è al diciannovesimo posto, ma tra tre anni?) Naturalmente ai primi posti i nomi sono soliti noti , e domina l'ormai-assurto-a-santone Vasco Rossi. Quale può essere il senso di un listone del genere? Forse, avere qualche spunto per cercare dischi che potrebbero essere interessanti e sono passati inascoltati sot...
Mi trovo spesso alle prese con messaggi motivazionali, che hanno come scopo ultimo il rinforzo della volontà di chi si trova alle prese con importanti "sfide". La logica della frase motivazionale standard è quella di aiutare a superare quell'innata pigrizia che, ahinoi, ci affligge. Focalizzandoci cancelleremo paure ed ostacoli, supereremo le correnti gravitazionali ed andremo incontro ad imperitura gloria. Penso che sia fondamentale visualizzare gli obiettivi e sia anche molto utile cercare di mantenere la concentrazione durante il cammino. Penso anche, però, che affidarci esclusivamente a slogan individualistici sia estremamente pericoloso nel momento di gestire l'insuccesso, e, ancor prima, il "mancato successo". Ribaltando la retorica, rischiamo di incolpare noi stessi per non aver ottenuto obiettivi che forse (semplicemente) non erano alla nostra portata. Non hai ottenuto ciò che desideravi? Forse è il momento di farti molte domande, non s...
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