Giovedì mattina, ore 11. Sono in sella alla fida, vecchia e amata Vespa nera. Procedo a velocità "media" (non saprei dire esattamente cosa significhi, non vado nè troppo forte, nè sono fermo, semplicemente il mio tachimetro è fermo da un piao di anni). All'improvviso, la portiera. Un tizio apre la portiera della sua macchina proprio in QUEL preciso istante: quell'istante in cui io sto passando... e diventa l'istante in cui io smetto di passare, e per un attimo penso "cazzo cazzo cazzo sto per farmi male o peggio", e credo che dalla mia bocca esca una frase altamente ingloriosa, e ti immagini sempre che nei momenti di sconforto, mentre sei in aria e stai per atterrare , tu riesca a dire qualcosa di glorioso e di eroico... invece esce solo un ' imprecazione ben udibile nel giro di mezzo chilometro.
Io credo , spero, immagino, sento di non avere nulla di rotto. La vespa è a pezzi, poverina... il mio malcelato egoismo, però mi fa dire: "Meglio a te che a me".

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