l'11 giugno è il giorno che aspetto da mesi e mesi, qualcuno lo attende da anni: i van der graaf generator si sono riformati. Muffa, li chiamerà qualcuno, e so che sono anzianotti anagraficamente, anni che non vanno in tour, e probabilmente hanno poco di nuovo da dire. Ma il "vecchio" materiale è teso, vibrante, folgorante, scava nella psiche dell'immenso Hammill e la sviscera facendola diventare illuminazione. Il concerto tecnicamente non è perfetto, i volumi e le equalizzazioni tendono a soffocare l'ottimo Jackson, mentre a tratti la tensione si traduce in volume e stridore e sanguinare d'orecchie. Ma il Generatore è energia, sudore, lacrime e gioia, lente traversate verso il tramonto e sghembe camminate di sonnambuli. Se fosse stato tutto perfetto non sarebbe stato così bello; come nei loro dischi, in cui l'imperfezione lascia sempre piccole vitali macchie.

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