King Crimson - qualche osservazione sconnessa

Probabilmente il mio gruppo preferito, sicuramente quello a cui ho elargito la percentuale più alta delle mie sostanze.
Hanno avuto una storia travagliata e "frastagliata", con svariati cambi (anche radicali) e pause prolungate. Già il nome sembra una dichiarazione di intenti: deriva da Belzebù (Beelzebub), ovvero B'il Sabab, ovvero "l'uomo con uno scopo". Prima ancora di incidere, si capisce come saranno: cerebrali, epici, quasi minacciosi, inventivi. E sempre guidati dall'algido Robert Fripp (unico membro fisso).
Il primo disco, "in the court of the crimson king", viene pubblicato il 10 ottobre del 1969. L'ultimo è del 2003, "the power to believe". I tredici dischi di studio hanno suoni e "scopi" molto differenti, dall'hard prog di 21st century schizoid man al quartetto d'archi, al new-wave, al nu-metal. Eppure, c'è sempre un elemento comune, c'è sempre quella sottile seduzione che spaventa e attrae. Ed è quello che lega tra loro tutti i lavori.
In questi giorni, girano foto che sembrano testimoniare che il gruppo sia nuovamente in moto con una formazione che definirei "promettente".

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